Con questo strano titolo, intendo affrontare un tema
scottante che ha messo in seria difficoltà, nella storia del cristianesimo,
grandi mistici medievali come Meister Eckhart o San Giovanni della Croce
oppure, nel novecento, il monaco benedettino Henri Le Saux, che è stato il
protagonista di una delle vicende spirituali più interessanti del novecento:
l’unione mistica col divino letta dalla metafisica Indiana del Vedanta Advaita in termini di
Non-dualità, che egli ha ricompreso in chiave cristologica e trinitaria.
Il punto è questo: la Via Metafisica, Insegnamento a cui si
riferisce questo Sovrano Ordine, afferma che esiste un’unica Coscienza, e Questa
è l’Assoluto Essere. Il mondo dei nomi e delle forme, cioè l’intera Creazione,
detta anche “la Manifestazione Universale”, è una realtà spazio-temporale. La Manifestazione,
avendo un inizio e una fine, ed essendo in un continuo movimento che la
mantiene in uno stato di impermanenza, non può essere considerata reale.
Perché, dal punto di vista della Realtà ultima, è reale solo ciò che è sempre
presente, è in ogni luogo e non subisce alcun cambiamento.
Ora, prendendo le distanze da ingenui antropomorfismi, Dio,
il Padre, è l’Assoluto Essere. Esso è quello stato coscienziale di assoluta ed
eterna totalità: è tutto, è il fondamento di ogni cosa che appare nella
creazione. Possiamo aggiungere che Dio è da sempre, c’era prima della creazione
e sarà presente dopo che essa non ci sarà più. Egli è, appunto, l’Eterno.
La Conoscenza Metafisica porta a realizzare proprio quell’Assoluto
Essere, perché Esso è la realtà di ogni cosa, quindi, anche dell’essere umano.
Qui sorge il problema, che suscita da sempre, nel mondo
cristiano, l’ira e la soluzione della persecuzione verso questa particolare eresia.
Cosa significa che l’uomo può, al termine del processo
iniziatico della Via Metafisica, riconoscersi come Assoluto Essere?
Per comprendere tale affermazione, è necessario spostare e
invertire il nostro quesito, ovvero: “Come può Dio, il Padre, l’Assoluto, non
essere qualsiasi cosa?
Il contrario sarebbe una contraddizione in termini.
L’uomo, quindi, è in realtà quell’Assoluto Essere, che
momentaneamente ha perso la coscienza di Sé. L’identificazione col divino, in
quanto nostra reale Identità, da ciò può avvenire a patto che l’Essere che è in
noi, che è noi, si disidentifichi dalla forma individuale. È questione di consapevolezza.
Non si deve costruire nulla che non sia già presente, anche se non visibile ad
occhi che non sono, al momento, in grado di “Vedere”.
Ma, il Cristo? Come spiegare la sua figura in termini
metafisici?
Esso è quell’Immensa Intelligenza cosmica che chiamiamo Dio
Creatore, cioè il Padre Assoluto nella sua funzione di Principio Primo della
Manifestazione. Il Principio ha incarnato un uomo, un corpo, proprio quel corpo
apparso nella “forma” 2000 anni fa, e in Esso ha operato, e opera ancora,
nell’espressione della Sua responsabilità verso l’umanità.
Non possiamo tralasciare, sempre in termini metafisici, il
Santo Spirito. Esso è ancora una volta il Padre nella funzione manifesta. Esso,
il Santo Spirito, è l’Assoluto che sostanzia l’intera creazione. Non c’è
cellula dell’universo che non sia fondata sullo Spirito, ed Esso è il Padre e
nello stesso tempo il Figlio. Essi sono una cosa sola.
Le forme, nell’espressione metafisica Non-duale, sono
un’apparenza filtrata da prospettive visive particolari e limitate. L’uomo
stesso, in quanto frutto di identificazione dell’Assoluto in una forma
particolare, vede tutto attraverso gli occhi dell’ignoranza; ignoranza verso la
sua Identità reale, che non può non essere ciò che è in ogni cosa, che è tutto
ciò che esiste.
L’uomo quindi non potrà mai farsi Dio; ma Dio non può non
essere il Tutto che da sempre è.
Alcune citazioni:
“Gli disse Filippo:
«Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono
con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre.
Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è
in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me
compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non
altro credetelo per le opere stesse».”
Giovanni 14,8
“Io pregherò il Padre
ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo
Spirito di Verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi… In
quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi”.
Giovanni 14,15
Pace, Gioia e Consapevolezza assolute a tutti gli esseri.
Il S.G.M. dell’Ordine
Arjuna