Molte volte si sente parlare della consapevolezza. E questa è sempre chiamata in causa come elisir per una vita saggia e gioiosa.
Allo stesso tempo, molte persone, pur intuendo che la consapevolezza è lo stato necessario per realizzare una vita felice, non sanno cosa sia e come possa essere sviluppata.
Qual è il significato di essere consapevole? E, soprattutto, come esserlo?
"Consapevolezza" significa essere presenti e osservare l'intero nostro flusso coscienziale. Ed esso è composto di percezioni fisiche, immagini, pensieri, emozioni e quelli che chiamiamo "processi mentali", ossia la mente che giudica, analizza e produce rappresentazioni fondate sul pensiero. Possiamo dire che la nostra individualità, l'io, è questo flusso continuo, che passa di solito inosservato.
Essere consapevoli significa, quindi, osservare questo "flusso", senza identificarsi con esso.
Tale operazione comporta il riconoscere che la nostra vera identità non è ciò che osserviamo, ma l'osservatore stesso.
Noi siamo, in verità, questa coscienza osservante. Essa è pura presenza, non è ostacolata da nulla e vive in uno stato di gioia "senza causa".
Questo è ciò che tramanda la Tradizione universale, attraverso i suoi insegnamenti.
La massima estensione di questa Conoscenza suprema, la Metafisica, espressione della cosiddetta Non - dualità, che porta in eterno all'emancipazione dalla sofferenza e dalla necessità, aggiunge un'affermazione indispensabile alla realizzazione dell'assoluta libertà. Essa afferma che "tutto ciò che è osservato, in quanto osservato, non è reale".
Tale asserzione non significa che l'osservato, (il flusso della nostra individualità e, in vero, l'intera realtà, giacché osservabile), non esista in un momento contingente della storia. Ciò vuol dire che, dal punto di vista della Conoscenza, portata alla sua espressione finale, tutto ciò che ha un inizio e una fine non è considerato reale. Ciò che è impermanente, quindi, è una realtà relativa, spazio-temporale.
Questa è l'affermazione ultima:
"E' reale solo ciò che è sempre presente, permanente e verificabile in ogni momento", da ciascuno in sé. È la descrizione della nostra reale Identità di pura consapevolezza. Ciò significa che quell'osservatore che evochiamo in noi nei primi momenti di sviluppo della consapevolezza all'interno della nostra individualità, quando espanso fuori da ogni possibile forma, diviene l'Assoluto Essere.
Tale è la "Grande Opera", questi sono i "Grandi Misteri", e tutto ciò è la semplice e naturale nostra Identità.
S.G.M. dell'Ordine
Arjuna
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