"Illuminazione", o "risveglio", è un termine ormai assai noto, di solito, legato alle discipline spirituali dell'Oriente; anche se l'Occidente non è mai stato orfano di tali insegnamenti.
In realtà, il significato cui esso rimanda ha ben poco a che vedere con l'Oriente o l'Occidente; ma riguarda esclusivamente le possibilità dell'uomo di realizzare, ("realizzazione" è un altro sinonimo utilizzato al pari di "illuminazione" o "risveglio"), le sue possibilità potenziali nascoste, ma da sempre presenti.
Personalmente, preferisco il termine "risveglio", perché, a mio parere, rappresenta al meglio l'esperienza che descrive sul piano della metafora.
Tutti noi, fino a prova contraria, ci svegliamo ogni giorno. Nel momento in cui questo accade, ci rendiamo conto, con certezza, che ci siamo portati su un livello coscienziale diverso: quello dello stato di veglia. Fuori dalla metafora quindi il "risveglio", nei termini della spiritualità, significa: rendersi conto di uno stato esistenziale più espanso, limpido, che sempre, se è un vero risveglio, aumenta la nostra indipendenza e ci fa vedere le cose da un punto di vista chiaro e senza preoccupazione. Una condizione di espansione della nostra consapevolezza/coscienza, a qualsiasi livello essa si ponga, ci permette di occuparci di più e con più efficacia della nostra vita anziché pre-occuparci di essa.
Nel cammino verso la "liberazione", (ulteriore sinonimo), avvengono tanti parziali risvegli. E ogni volta che ciò accade comprendiamo di essere qualcosa di più ampio di quello che pensavamo fino ad un momento precedente.
Secondo l'insegnamento cui ci rivolgiamo, poniamo dei confini/limiti alle possibilità di risvegliarci a piani di consapevolezza sempre maggiori.
Il livello "finale" di tale possibilità è quello aperto dalla Conoscenza Metafisica, che descrive lo stato Non - duale dell'Essere. Essa ci parla dell'Assoluto, e ci dice che tutti siamo "Quello", quell'Unica Coscienza.
Per risveglio, in questo Sovrano Ordine, intendiamo realizzare-comprendere ciò che da sempre siamo: l'Essere Assoluto ed Eterno; e tale stato è l'unico irreversibile, quando realmente realizzato. Da questo finale risveglio non si torna più indietro.
L'esperienza della liberazione finale è descritta emblematicamente dalla filosofia del Vedanta Advaita indiano come Sat, Cit, Ananda, ossia, Essere, Coscienza e Beatitudine in assoluto. Il Supremo mantra Advaita recita, invece, "Tat Tvam Asi": Tu Sei Quello.
Il S.G.M. dell'Ordine
Arjuna
Nessun commento:
Posta un commento