Dall'Articolo "Sugli Scopi dell'Ordine dei Cavalieri Eidon e il suo Insegnamento",
già pubblicato intero in questo blog.
Intendiamo ora chiarire per quale motivo quest’Ordine abbia
scelto l’Investitura Cavalleresca per portare un seme della Conoscenza non
duale, la quale sta oltre qualsiasi forma o ritualità.
La causa di questa scelta è comprensibile se risaliamo agli
scopi dell’Ordine.
A chiarimento di questo passaggio, è citata una parte della
“Prima Ordinanza” del Sovrano Gran Maestro dell’Ordine, letta la notte della fondazione.
In essa si risponde anche a chi, inizialmente, ha giudicato
questo progetto iniziatico proprio come un sincretismo inopportuno e inutile,
dal quale l’Ordine stesso si distanzia con forza, eleggendosi a custode della
correttezza della grammatica operativa dell’Insegnamento. Questa critica è
espressa su due proposizioni.
La prima riguarda l’aver unito l’Investitura Cavalleresca
cristiana al significato della cavalleria nella tradizione vedica, che fa
riferimento alla figura dello Ksatriya.
La seconda contesta l’utilizzo di un sistema rituale e
formale per presentare qualcosa di informale come la metafisica.
“Da molti anni portiamo
un seme della Conoscenza Advaita, ed essa, a buon diritto, è stata sempre
presentata per la sua reale natura. L’Advaita è l’ultimo dei sei livelli della
filosofia indiana legata ai Veda e alle Upanishad. Essa è la Via diretta del
Fuoco e porta all’Essere senza alcun filtro, scavalcando ogni possibile forma o
tecnica iniziatica; utilizza esclusivamente la Conoscenza, la Verità, e porta
da subito alla necessità del silenzio come stato ottenibile solo con la
comprensione.
Il Sovrano Ordine dei
Cavalieri Eidon non è stato, però, fondato per testimoniare la Divina
Conoscenza non Duale dell’Essere; ma, piccola-enorme sfumatura, è nato
dall’istanza di portare la stessa all’interno di una Tradizione, quella
occidentale, che attualmente non conosce possibilità iniziatica che superi il
confine del simbolo, del rito, delle tecniche e, diciamolo senza remore, non ha
attualmente la minima idea di cosa sia l’Essere se non, nel migliore dei casi,
per quello che si può apprendere su un piano strettamente culturale o
concettuale.
Cosa fare quindi per
rendere efficace il nostro intervento?
Per sconfiggere il
nemico è necessario imparare a mangiare come lui…
Oppure, prima di
convincere qualcuno a superare le proprie convinzioni dobbiamo dargli ragione…
Così come è impossibile insegnare il silenzio comandando “Non pensare!”
Potremmo proseguire con
queste immagini metaforiche all’indefinito; ma, ormai sembra chiaro, l’aprire la
possibilità della Conoscenza in un contesto strutturato e immerso in
convinzioni particolare, richiede astuzia iniziatica non alla portata di tutti.
È necessario quindi
giocare con una grammatica già esistente e tenacemente persistente, che ha la
sua oggettiva efficacia fino ad un certo livello; ma, semplicemente, non è più
adatta ai nostri obiettivi.
Nobili Cavalieri,
abbiamo creato una struttura formale, rituale, a volte anche complicata, da
migliorare e raffinare nel tempo. Ma, all’interno di essa c’è un virus
potentissimo che è capace di sciogliere qualsiasi ostacolo che l’ignoranza pone
sulla sua strada; e questo virus si chiama Conoscenza.
Abbiamo scelto di
utilizzare il rigore e lo status iniziatico del Cavaliere, creando un ponte di
senso tra la Cavalleria occidentale Cristiana e lo Ksatrya indiano.
Comprendendo la particolare iniziazione legata alla cavalleria, che è l’azione.
Ma lo abbiamo fatto per portare nella nostra coscienza quella comprensione
dell’azione-non-azione, l’azione immobile, senza attaccamento o scopo,
passaggio indispensabile alla comprensione dell’Essere metafisico.
Tutto ciò non con
l’errata intenzione di degradare ad un gradino precedente la Conoscenza
metafisica, ma perché l’azione e il rito sono ciò che nell’esoterismo occidentale
c’è ed è presente, oltretutto, su un livello essoterico e degradato. Il
processo che ricerchiamo è sacralizzare quindi ciò che ora è presente nel luogo
della nostra semina per aprire spazi di profonda trasformazione dove non
rimarrà più forma e movimento”.
Arjuna
Eques a Silentio
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