lunedì 11 gennaio 2016

Le scelte formali della struttura dell'Ordine e la Non Dualità: l'azione della Cavalleria e la contemplazione metafisica





Dall'Articolo "Sugli Scopi dell'Ordine dei Cavalieri Eidon e il suo Insegnamento",
già pubblicato intero in questo blog.


Intendiamo ora chiarire per quale motivo quest’Ordine abbia scelto l’Investitura Cavalleresca per portare un seme della Conoscenza non duale, la quale sta oltre qualsiasi forma o ritualità.

La causa di questa scelta è comprensibile se risaliamo agli scopi dell’Ordine.

A chiarimento di questo passaggio, è citata una parte della “Prima Ordinanza” del Sovrano Gran Maestro dell’Ordine, letta la notte della fondazione.

In essa si risponde anche a chi, inizialmente, ha giudicato questo progetto iniziatico proprio come un sincretismo inopportuno e inutile, dal quale l’Ordine stesso si distanzia con forza, eleggendosi a custode della correttezza della grammatica operativa dell’Insegnamento. Questa critica è espressa su due proposizioni.

La prima riguarda l’aver unito l’Investitura Cavalleresca cristiana al significato della cavalleria nella tradizione vedica, che fa riferimento alla figura dello Ksatriya.

La seconda contesta l’utilizzo di un sistema rituale e formale per presentare qualcosa di informale come la metafisica.

Da molti anni portiamo un seme della Conoscenza Advaita, ed essa, a buon diritto, è stata sempre presentata per la sua reale natura. L’Advaita è l’ultimo dei sei livelli della filosofia indiana legata ai Veda e alle Upanishad. Essa è la Via diretta del Fuoco e porta all’Essere senza alcun filtro, scavalcando ogni possibile forma o tecnica iniziatica; utilizza esclusivamente la Conoscenza, la Verità, e porta da subito alla necessità del silenzio come stato ottenibile solo con la comprensione.

Il Sovrano Ordine dei Cavalieri Eidon non è stato, però, fondato per testimoniare la Divina Conoscenza non Duale dell’Essere; ma, piccola-enorme sfumatura, è nato dall’istanza di portare la stessa all’interno di una Tradizione, quella occidentale, che attualmente non conosce possibilità iniziatica che superi il confine del simbolo, del rito, delle tecniche e, diciamolo senza remore, non ha attualmente la minima idea di cosa sia l’Essere se non, nel migliore dei casi, per quello che si può apprendere su un piano strettamente culturale o concettuale.

Cosa fare quindi per rendere efficace il nostro intervento?

Per sconfiggere il nemico è necessario imparare a mangiare come lui…
Oppure, prima di convincere qualcuno a superare le proprie convinzioni dobbiamo dargli ragione… Così come è impossibile insegnare il silenzio comandando “Non pensare!”

Potremmo proseguire con queste immagini metaforiche all’indefinito; ma, ormai sembra chiaro, l’aprire la possibilità della Conoscenza in un contesto strutturato e immerso in convinzioni particolare, richiede astuzia iniziatica non alla portata di tutti.

È necessario quindi giocare con una grammatica già esistente e tenacemente persistente, che ha la sua oggettiva efficacia fino ad un certo livello; ma, semplicemente, non è più adatta ai nostri obiettivi.

Nobili Cavalieri, abbiamo creato una struttura formale, rituale, a volte anche complicata, da migliorare e raffinare nel tempo. Ma, all’interno di essa c’è un virus potentissimo che è capace di sciogliere qualsiasi ostacolo che l’ignoranza pone sulla sua strada; e questo virus si chiama Conoscenza.

Abbiamo scelto di utilizzare il rigore e lo status iniziatico del Cavaliere, creando un ponte di senso tra la Cavalleria occidentale Cristiana e lo Ksatrya indiano. Comprendendo la particolare iniziazione legata alla cavalleria, che è l’azione. Ma lo abbiamo fatto per portare nella nostra coscienza quella comprensione dell’azione-non-azione, l’azione immobile, senza attaccamento o scopo, passaggio indispensabile alla comprensione dell’Essere metafisico.

Tutto ciò non con l’errata intenzione di degradare ad un gradino precedente la Conoscenza metafisica, ma perché l’azione e il rito sono ciò che nell’esoterismo occidentale c’è ed è presente, oltretutto, su un livello essoterico e degradato. Il processo che ricerchiamo è sacralizzare quindi ciò che ora è presente nel luogo della nostra semina per aprire spazi di profonda trasformazione dove non rimarrà più forma e movimento”.


                                                  Arjuna
                                           Eques a Silentio







Nessun commento:

Posta un commento